La legge antipirateria è un flop, ecco il motivo

La legge antipirateria continua a far parlare di sé, e ancora una volta per i suoi insuccessi più che per le sue conquiste. Ecco che cos’è accaduto negli ultimi giorni da quando la norma è entrata in vigore.

La legge antipirateria fallisce all’esordio

L’Italia ha festeggiato, assieme a figure di spicco nel mondo televisivo e sportivo, l’introduzione della legge antipirateria, e lo ha fatto con grande entusiasmo. Tuttavia, il debutto del sistema che promette di contrastare in modo efficace il fenomeno dell’IPTV è stato tutt’altro che trionfale.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica, il sistema messo in atto da AGCOM e dal governo italiano ha permesso di individuare ben 100 siti web che trasmettevano illegalmente contenuti, principalmente le partite della Serie A.

Tuttavia, l’obiettivo di chiudere tali siti entro 30 minuti e comminare multe da 5.000 euro ai consumatori non è stato raggiunto a causa del mancato completamento della piattaforma necessaria.

Il tool acquisito dall’Agcom all’inizio di agosto sta ancora venendo implementato e, secondo la normativa vigente, è necessario che si tenga un tavolo tecnico con gli operatori per stabilire i requisiti tecnici necessari a disattivare i nomi di dominio e gli indirizzi IP utilizzati per le trasmissioni illegali.

In pratica, si tratta di una questione puramente burocratica che si auspica si risolva in occasione del tavolo previsto per settembre. Nel frattempo, sui social network molti utenti hanno già ironizzato su quanto accaduto.

La norma non rispetta le aspettative

C’era grande entusiasmo attorno alla legge antipirateria, perché prometteva di porre fine alle trasmissioni illegali di contenuti, in particolare le partite della Serie A e tutti gli eventi legati al mondo del calcio.

Le autorità e le figure di spicco nel mondo televisivo e sportivo avevano sperato che la legge avrebbe consentito una rapida chiusura dei siti web illegali e l’applicazione di multe ai consumatori coinvolti, così da tutelare le emittenti e i soggetti coinvolti. Tuttavia, a causa dei ritardi nell’implementazione del sistema necessario, l’obiettivo non è stato raggiunto.

Nonostante le aspettative positive, il debutto del sistema anti pirateria italiano è stato un po’ deludente. Il sistema è riuscito a individuare i siti illegali, ma non è sostanzialmente riuscito a intervenire, attirando su di sé le attenzioni dei non pochi detrattori.

L’impegno contro la pirateria

Quanto durerà questa situazione di stallo? Con grande probabilità fino a settembre, anche se non è scontato che questa tempistica si rispetterà. Molto dipenderà da come si riuscirà a migliorare il tool.

È comunque importante sottolineare che nonostante l’insuccesso iniziale del sistema antipirateria, l’impegno delle autorità e degli attori del settore per contrastare questa piaga continua ad essere forte. Il rilevamento dei siti che trasmettono illegalmente contenuti è solo il primo passo in una battaglia più ampia.

È necessario lavorare per affinare il sistema e garantire la sua efficacia nel tempo, al fine di proteggere i diritti delle società televisive e degli sportivi professionisti. Solo attraverso un approccio combinato di leggi rigorose, tecnologie all’avanguardia e cooperazione tra le parti interessate sarà possibile contrastare in modo efficace la pirateria digitale.

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