Sam Altman, CEO di OpenAI, ammette: “ChatGPT-4 spaventa anche noi”

Il CEO di OpenAI, Sam Altman, e la sua creazione, ChatGPT, stanno sollevando molte preoccupazioni nel mondo del lavoro e della tecnologia. Se in passato l’automazione rimpiazzava le professioni dalle azioni ripetitive, con il lancio dell’ultima versione della chatbot più all’avanguardia ad essere minacciati sono i mestieri creativi.

La preoccupazione di Sam Altman per ChatGPT

Sam Altman ha recentemente confessato di essere “un po’ spaventato” dalla sua creazione, ChatGPT, in un’intervista rilasciata ad ABC News. Secondo lui, l’intelligenza artificiale sarà l’invenzione del XXI secolo, se non addirittura la cosa più importante mai sviluppata dall’uomo. Inutile dire che una rivoluzione copernicana di questo tipo avrebbe un impatto enorme sulla nostra vita quotidiana. La sensazione che trapela dall’intervista è che il CEO di OpenAI tema che la sua “creatura” possa superare persino le più rosee previsione. Perché apprendere tale notizia con apprensione, anziché con entusiasmo?

GPT-4, enfant prodige dell’AI

GPT-4, la nuova versione di ChatGPT, è già in grado di superare l’esame da avvocato e ottenere il punteggio massimo in diversi esami universitari. È disponibile da poco più di una settimana con la versione plus, ed è già diventata strumento di lavoro degli insegnanti più “smanettoni”, con la quale realizzano piani di lezione e quiz per gli studenti. È chiaro che l’AI sta avanzando a grandi passi e ha il potenziale per cambiare radicalmente il mondo del lavoro. Inoltre, la nuova versione è molto più di una semplice chatbot: essa può generare non soltanto testi, ma anche video, immagini, persino suoni. Insomma, una richiesta chiara e dettagliata potrebbe dare risultati strabilianti, senza ricorrere al know how di esperti video e montatori. Forse, il rovescio della medaglia sta proprio qui.

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La necessità di regolamentare l’AI

Sam Altman ritiene che l’intelligenza artificiale possa anche creare nuovi e migliori posti di lavoro, ma è consapevole che questa transizione potrebbe essere dolorosa. Per questo, ritiene fondamentale regolamentare la tecnologia basata sull’intelligenza artificiale. Altman ha dichiarato di essere in contatto regolare con funzionari governativi e di ritenere una necessità già quasi emergenziale quella di coinvolgere sia i regolatori che la società nello sviluppo di tecnologie come ChatGPT.

Conclusioni

Come nei film distopici di serie b, la preoccupazione principale di Sam Altman è che Chat GPT possa divenire uno strumento a doppio taglio, perfetto per chi voglia farne un uso poco etico. Ancora, resta da capire quanto le potenzialità dell’AI saranno in grado di rendere obsolete la professionalità dei creator, concentrando tutto il potere generativo nelle facoltà della tecnologia. Se è evidente che alcuni sapranno cavalcare l’onda per capitalizzare questa promettente opportunità, è altresì vero che la riduzione dei lavori creativi possa tradursi in un gioco delle sedie in cui molti, benché talentuosi, potrebbero rimanere in piedi.

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