Rolling Stone fa causa a Google per AI Overview

Penske Media porta Google in tribunale: al centro la causa sugli AI Overview e la perdita di traffico per gli editori.

Penske Media, editrice di testate di rilievo internazionale come Rolling Stone, Billboard e Variety, ha intentato una causa contro Google presso i tribunali federali di Washington. Al centro della disputa c’è l’uso dei contenuti editoriali da parte di Google AI Overview, ovvero le sintesi generate dall’intelligenza artificiale che oggi compaiono in cima alla SERP.

Secondo le accuse, Google avrebbe imposto un sistema coercitivo che costringe gli editori ad accettare l’utilizzo dei propri articoli per alimentare gli AI Overviews come condizione necessaria per restare visibili nei risultati di ricerca. Questa dinamica, definita da Penske come un vero e proprio ricatto digitale, sarebbe resa possibile dal quasi monopolio di Google, che controlla circa il 90% del mercato delle ricerche online.

Cos’è Google AI Overview e perché è al centro delle polemiche

Introdotto a maggio 2024, Google AI Overview rappresenta una delle innovazioni più discusse nel campo della ricerca online. Lo strumento offre agli utenti un riassunto generato dall’intelligenza artificiale in cima alla pagina dei risultati. Ciò significa che chi cerca una risposta la trova subito senza dover cliccare sui siti web che hanno originariamente pubblicato quelle informazioni.

Il problema, secondo gli editori, è che solo l’1% degli utenti clicca sui link di riferimento presenti negli AI Overviews. Questo meccanismo sta causando una drastica riduzione del traffico organico verso i siti editoriali, con un impatto diretto sui ricavi pubblicitari e sulla sostenibilità del giornalismo digitale.

Molti analisti e professionisti del settore hanno già sottolineato che Google AI Overview sta distruggendo il web, sottraendo traffico a chi produce contenuti originali.

Le accuse di Penske Media contro Google

Penske evidenzia come gli AI Overviews riducano il valore commerciale degli articoli giornalistici. I contenuti vengono utilizzati per generare risposte sintetiche, ma gli editori vengono privati delle visualizzazioni che sostengono il loro modello di business.

La società ha dichiarato:

“Abbiamo la responsabilità di combattere per il futuro dei media digitali e preservare la loro integrità; tutto ciò è minacciato dalle azioni di Google”.

Secondo Penske, se Google non avesse il controllo pressoché totale sulla search, sarebbe obbligata a negoziare accordi commerciali equi con gli editori per l’uso dei contenuti o per l’addestramento dei propri sistemi di intelligenza artificiale.

La difesa di Google

Dal canto suo, Google respinge le accuse, definendole “prive di fondamento”. Un portavoce ha sottolineato che gli AI Overviews migliorano l’esperienza utente e favoriscono la scoperta di nuovi contenuti online. Secondo l’azienda, le sintesi incoraggerebbero gli utenti a fare più domande e a visitare più siti.

Tuttavia, i dati raccontano un’altra storia: il tasso di click effettivo, pari all’1%, smentisce l’idea che gli AI Overviews generino reale traffico verso gli editori. Inoltre, gli errori nelle sintesi AI non sono rari, mettendo a rischio l’affidabilità delle informazioni.

Un caso che apre la strada ad altre battaglie legali

La causa di Penske Media rappresenta il primo grande scontro legale negli Stati Uniti tra un editore e Google in materia di AI Overview, ma non è un episodio isolato.

  • Solo una settimana fa, Anthropic ha accettato di pagare 1,5 miliardi di dollari per risolvere una causa per violazione di copyright intentata da un gruppo di autori.
  • Due mesi fa, la Independent Publishers Alliance ha presentato un reclamo antitrust alla Commissione Europea, sostenendo che gli AI Overviews costituiscono un abuso della posizione dominante di Google.

L’Unione Europea aveva già multato Google per pratiche simili, senza però adottare misure incisive contro la sua strategia.

Le possibili conseguenze per editori e tecnologia

Se Penske dovesse ottenere una vittoria legale, il risultato potrebbe stabilire un precedente storico. Le aziende tecnologiche sarebbero costrette a rivedere i rapporti commerciali con gli editori, avviando un nuovo equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti.

La vicenda pone interrogativi cruciali:

  • come garantire un ecosistema digitale sostenibile per l’editoria online?
  • fino a che punto è lecito utilizzare i contenuti giornalistici per alimentare sistemi di intelligenza artificiale?
  • quali regole servono per bilanciare innovazione tecnologica e diritti degli editori?

Il dibattito su Google AI Overview non riguarda solo un’azienda o un tribunale, ma l’intero futuro del giornalismo digitale e della ricerca online.

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