La risposta delle B Corp alla consultazione UE sulla Sustainable Corporate Governance: “Bilanciare gli interessi di tutti coloro che contribuiscono al successo aziendale”

Sustainable Corporate Governance

Come rappresentante europeo del movimento globale delle B Corp, B Lab risponde alla consultazione della Commissione Europea sulla Sustainable Corporate Governance. E’ infatti un imperativo che le aziende tengano maggiormente conto dell’impatto che le loro attività generano sulle persone e sul pianeta. Questa opportunità arriva al momento giusto ed è necessaria per esplorare un framework che permetta alle imprese di essere leader in questi aspetti. B Lab Europa, insieme ad altre 60 B Corp qui sotto elencate, invita la Commissione Europea a richiedere agli amministratori delle aziende di bilanciare gli interessi di tutti coloro che contribuiscono al successo aziendale: vale a dire dipendenti, fornitori, clienti, comunità locali e ambiente, non solo gli azionisti e gli investitori. Il modo migliore per garantire che ciò avvenga è attraverso gli obblighi a livello di Unione Europea riguardanti il “Duty of Care” e la “Due Diligence”.

Martha Lane Fox, presidente della B Corp WeTransfer, ha dichiarato: “La maggior parte dei direttori aziendali sceglierebbe di gestire le proprie organizzazioni a vantaggio di tutti gli stakeholder, non solo degli azionisti. Tuttavia, le strutture del mercato inequivocabilmente non incoraggiano né consentono tali considerazioni. Per cambiare il comportamento e l’impatto che le aziende hanno, è giunto il momento di cambiare le regole in base alle quali operano. Non possiamo più aspettare.” B Lab ritiene che sia necessario richiedere alle aziende di avere un approccio che sia radicalmente più esigente quando si tratta di considerare gli stakeholder nei processi decisionali. Tale passo è essenziale affinché l’UE raggiunga il suo obiettivo del Green Deal riguardo la carbon neutrality come continente entro il 2050.

È altresì fondamentale se l’UE vuole affrontare con successo le disuguaglianze insostenibili dei mezzi di sussistenza e reddito che predominano attualmente in Europa. Paolo Braguzzi, CEO della B Corp Davines, ha dichiarato: “Fare business per il bene di tutti gli stakeholder non può più essere solo un’opzione volontaria. Questo è l’unico modo per creare valore a lungo termine per la società e l’ambiente e allo stesso tempo far prosperare le imprese grazie a un contesto di mercato più “sano”. Le normative devono ora fornire un framework, sia per stabilire i requisiti necessari, sia per responsabilizzare le imprese”. Le B Corp sono imprese che hanno adottato volontariamente impegni di governance verso gli stakeholder e soddisfano uno standard di performance di impatto positivo sulla società e sull’ambiente.

Già oltre 3.700 aziende nel mondo hanno ottenuto la certificazione B Corp, 600 delle quali hanno sede in Europa. Eric Ezechieli, co-founder di Nativa, country partner di B lab per l’Italia ha dichiarato: “All’interno del panorama europeo l’Italia è il paese più dinamico sul tema della Sustainable Corporate Governance. A dimostrarlo, la risposta straordinaria delle B Corp italiane di fronte alla consultazione e il fatto di essere l’unica nazione del continente in cui è possibile adottare, per un’azienda, lo status giuridico Società Benefit. Un laboratorio dunque nella sperimentazione di nuovi modelli adatti al XXI secolo e da oggi ancor di più un esempio per tutti gli altri paesi europei.” Alberto Alemanno, Professore di Giurisprudenza e Fondatore di The Good Lobby, ha dichiarato: “Mentre l’UE è pronta a riscrivere la corporate governance europea in tutto il continente, non può perdere l’occasione di trarre ispirazione dal movimento delle B Corp e dai change-makers che ne fanno parte.

Solo un framework obbligatorio a livello UE di due diligence sulla sostenibilità può porre fine alla disparità di contesto operativo tra le imprese orientate alla sostenibilità come le B Corp e le imprese convenzionali.” L’impegno di questo movimento globale è potente e positivo sia per la società che per l’ambiente, oltre a creare elevate performance aziendali a lungo termine. Tuttavia, sebbene l’adozione di questo approccio sia facoltativa, le imprese non stanno sfruttando il proprio eccezionale potere per invertire il rapido declino del nostro ambiente e la crescente disuguaglianza. Wojcieich Baginski, avvocato, Baginski.Pro e B Corp Market Explorer per la Polonia, ha dichiarato: “L’introduzione – a livello paneuropeo – dell’obbligo per i consigli di amministrazione delle società di includere e bilanciare esplicitamente nei propri processi decisionali gli interessi di tutti gli stakeholder, e non prevalentemente quelli degli azionisti, rappresenta uno sviluppo nel diritto societario europeo, il cui significato non può essere enfatizzato a sufficienza.

L’UE ha ora la possibilità di farsi guida verso una governance che è orientata alle persone, al pianeta e al profitto. Le B Corp che ora operano volontariamente secondo queste idee dimostrano che è nel migliore interesse dell’azienda includere e bilanciare gli interessi di tutti gli stakeholder – inclusi gli azionisti – nei loro processi.” Dr. Marcel Pietsch, Presidente di B Corp PNZ, ha dichiarato: “Molte industrie si sforzano onestamente di raggiungere gli obiettivi net-zero entro il 2030. Per arrivarci, dobbiamo anche proteggere i dirigenti dalla potenziale responsabilità personale per la mancata concentrazione sui profitti del trimestre successivo. Concentrarsi sulla sostenibilità a lungo termine dovrebbe essere un principio aziendale obbligatorio.” Paul Schoenmaker, Head of Impact della B Corp Tony’s Chocolonely, ha dichiarato: “Tutte le aziende dovrebbero assumersi la responsabilità e affrontare attivamente le violazioni dei diritti umani nella propria supply chain.

Questa legislazione dovrebbe alzare il livello e garantire che le imprese siano una forza positiva”. Rob Symington, Direttore di Symington Family Estates, ha dichiarato: “In quanto azienda vinicola familiare che fa affidamento su un clima stabile e comunità locali vitali, le minacce che dobbiamo affrontare sono esistenziali. Le persone vogliono acquistare da aziende che dimostrano di avere un impatto positivo sulle persone e sul pianeta, ma non possiamo fare affidamento solo sulle forze di mercato. Esortiamo l’UE ad adottare una definizione più ampia di successo aziendale che risponda alle pressanti sfide sociali e ambientali del nostro tempo.” Katie Hill, Presidente esecutivo di B Lab Europa, ha dichiarato:

“Non abbiamo più tempo di aspettare che gli altri si mettano al passo. Dobbiamo muoverci con urgenza per garantire che tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni e dal settore, esercitino il loro dovere di agire per il bene globale. L’Europa dovrebbe cogliere l’opportunità di guidare la strada verso la trasformazione della governance nelle imprese a livello globale.”

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