Inail e intelligenza artificiale non sono due mondi distanti. L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro non si limita infatti a tutelare i lavoratori da infortuni e malattie professionali, ma è anche un punto di riferimento nella ricerca, nella formazione e nella prevenzione. Le sue analisi aiutano a comprendere come le nuove tecnologie stiano trasformando il mondo del lavoro e quali competenze saranno indispensabili per affrontare il futuro.
Una recente pubblicazione del Dipartimento Dimeila di Inail, intitolata “Le nuove competenze e le soft skill nell’era digitale”, approfondisce proprio questo tema: la trasformazione tecnologica e l’impatto dell’intelligenza artificiale sui ruoli professionali, sulla formazione e sulla sicurezza.
Indice dei contenuti
Lavoro e tecnologia: una rivoluzione in corso
Secondo Inail, la diffusione di automazione, digitalizzazione e IA sta ridefinendo il concetto stesso di lavoro. Non si tratta più di attività ripetitive e standardizzate, ma di funzioni sempre più cognitive, creative e relazionali.
Le competenze tecniche restano fondamentali, ma non bastano più: servono anche soft skill come il problem solving, la comunicazione efficace e la capacità di adattamento.
L’esempio della logistica è emblematico: i magazzini automatizzati affidano alle macchine le operazioni meccaniche, mentre agli operatori umani viene richiesto di gestire sistemi digitali complessi, coordinare team e intervenire sugli imprevisti. Lo stesso accade nella manutenzione industriale, dove il tecnico deve saper leggere dati da sensori e piattaforme digitali per prevenire guasti e migliorare l’efficienza.
Intelligenza artificiale e transizione ecologica: nuove professioni in crescita
L’analisi di Inail e intelligenza artificiale mette in luce come la transizione ecologica stia generando nuove figure professionali.
Un elettricista, ad esempio, oggi deve acquisire competenze su impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica per auto elettriche, mentre il personale tecnico è chiamato a gestire sistemi energetici intelligenti e reti interconnesse.
A questo si aggiungono i cambiamenti demografici, che portano alla coesistenza di generazioni diverse in azienda: giovani nativi digitali e lavoratori esperti ma meno tecnologici. Secondo Inail, questa diversità è una risorsa se accompagnata da formazione reciproca, collaborazione intergenerazionale e valorizzazione delle competenze trasversali.
Tecnologie digitali e nuovi rischi per la sicurezza sul lavoro
Nel documento, Inail analizza anche i nuovi rischi professionali legati all’introduzione di tecnologie come robot collaborativi, dispositivi indossabili e realtà aumentata.
Questi strumenti migliorano produttività ed efficienza, ma introducono nuove forme di rischio che non riguardano solo la sicurezza fisica, bensì anche il benessere psicologico e l’equilibrio organizzativo.
I robot collaborativi, ad esempio, riducono lo sforzo fisico degli operai ma possono generare incertezza se i dipendenti temono di essere sostituiti dalle macchine.
Allo stesso modo, i dispositivi indossabili come smartwatch o sensori biometrici, seppur utili per monitorare la salute, possono essere percepiti come una forma di controllo costante.
La realtà aumentata, infine, consente di ricevere istruzioni in tempo reale durante interventi complessi, ma il suo uso prolungato può causare affaticamento visivo, sovraccarico cognitivo e stress da multitasking.
Per questo l’istituto sottolinea l’importanza di un approccio consapevole alla tecnologia, che favorisca una collaborazione uomo-macchina fondata su fiducia, sicurezza e benessere organizzativo.
Formazione continua: la risposta alla trasformazione digitale
Di fronte a queste trasformazioni, Inail individua nella formazione continua la vera chiave di successo.
Il factsheet del Dimeila suggerisce di adottare metodologie innovative come il microlearning — brevi moduli di apprendimento focalizzati su competenze specifiche — e il mobile learning, che consente di formarsi in qualsiasi luogo e momento tramite dispositivi mobili.
L’obiettivo è aggiornare in modo costante le competenze tecniche e le soft skill: dalla resilienza alla flessibilità, fino al pensiero critico, fondamentali per gestire l’uso delle nuove tecnologie in modo sicuro e produttivo.
Secondo Inail, ogni azienda dovrebbe integrare questi elementi nei propri programmi formativi per favorire una cultura della sicurezza e dell’innovazione, garantendo ai lavoratori la capacità di affrontare con serenità i cambiamenti del mercato.
Sicurezza informatica e benessere digitale
Nel contesto dell’intelligenza artificiale sul lavoro, la sicurezza non riguarda solo la prevenzione degli infortuni fisici, ma anche la protezione dei dati, la cyber security e la gestione dei rischi digitali.
Formare i lavoratori su questi aspetti diventa indispensabile per tutelare sia le persone sia l’organizzazione.
In conclusione, il rapporto tra Inail e intelligenza artificiale non rappresenta una semplice analisi tecnica, ma un invito a riflettere su come le imprese possano crescere in modo sostenibile e umano.
L’innovazione non va temuta, ma governata: attraverso la formazione, la prevenzione e una visione condivisa del futuro del lavoro.