L’intelligenza artificiale sta ridisegnando le dinamiche della pubblica amministrazione italiana, offrendo nuove opportunità per migliorare efficienza, qualità dei servizi e capacità decisionale.
Tuttavia, affinché questa trasformazione sia realmente efficace, è necessario un approccio strategico che valorizzi infrastrutture, competenze e qualità dei dati. Il confronto tra Chief Technology Officer e Data Manager avvenuto durante Forum PA 2025 evidenzia come l’adozione dell’IA nella PA non sia solo una sfida tecnologica, ma una questione culturale e organizzativa, che richiede una visione integrata e di lungo periodo.
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Competenze e cultura digitale come leva strategica
Secondo gli esperti intervenuti al Tavolo di CTO & Data Manager, l’intelligenza artificiale potrà generare valore nella PA soltanto se affiancata da un percorso di crescita professionale e culturale. Gli enti pubblici sono pronti a sperimentare soluzioni innovative, ma spesso privi di una piena consapevolezza sugli obiettivi finali dei progetti.
La gestione dei dati e dei sistemi intelligenti impone l’introduzione di nuove figure professionali specializzate, oggi ancora rare, e un piano strutturato di formazione e attrazione dei talenti. Il rafforzamento delle competenze interne diventa quindi prioritario per governare in modo responsabile gli strumenti di IA.
Governance e infrastrutture nel percorso di digitalizzazione
La migrazione verso infrastrutture cloud, se da un lato potenzia le capacità tecnologiche degli enti, dall’altro introduce nuovi fattori di complessità gestionale.
Gli esperti concordano sulla necessità di adottare un modello di governance multilivello, in grado di facilitare la condivisione di risorse e conoscenze tra le amministrazioni, soprattutto medio-piccole. L’evoluzione digitale della PA richiede sistemi interoperabili, processi semplificati e piattaforme abilitanti in linea con i principi di cloud-first e digitalizzazione previsti dalla normativa nazionale e dalle linee guida europee.
La centralità del dato per sistemi IA affidabili
La qualità e la standardizzazione del dato emergono come presupposto essenziale per lo sviluppo e l’implementazione dell’intelligenza artificiale. Senza dati affidabili, ogni progetto rischia di perdere efficacia, con impatti negativi sulle decisioni e sui servizi offerti ai cittadini.
Per questo motivo, la PA è chiamata a strutturare piattaforme di data governance orientate alla trasparenza, alla sicurezza e all’interoperabilità, in linea con i principi dell’open data e del regolamento europeo. Il rafforzamento della cultura del dato rappresenta un passaggio determinante per garantire la sostenibilità nel tempo delle soluzioni di IA.
Sovranità tecnologica e modelli condivisi
Uno dei temi più dibattuti riguarda la sovranità tecnologica, intesa come capacità del settore pubblico di sviluppare e utilizzare sistemi IA basati su infrastrutture e dati nazionali o europei certificati. Un approccio condiviso permetterebbe di ridurre costi, frammentazione e dipendenza da provider esterni, facilitando la replicabilità dei modelli virtuosi.
Alcuni Paesi, come la Francia, hanno già adottato infrastrutture sovrane con risultati positivi, modello ritenuto applicabile anche in Italia per garantire continuità, sicurezza e sostenibilità delle iniziative digitali.
Verso una PA “aumentata”: il ruolo dell’IA nel futuro dei servizi pubblici
L’intelligenza artificiale, insieme al machine learning e ad altre tecnologie emergenti, sarà sempre più integrata nei processi amministrativi con l’obiettivo di automatizzare attività ripetitive, migliorare l’efficacia delle decisioni e personalizzare i servizi secondo un paradigma citizen-centric.
Gli anni 2025 e 2026 vedranno l’accelerazione di linee di sviluppo strategiche, tra cui interoperabilità, automazione, sicurezza informatica ed esplorazione di modelli multimodali basati su ecosistemi collaborativi. Una PA “aumentata” potrà valorizzare relazioni, competenze e tecnologie, diventando più efficiente e vicina ai bisogni della collettività.


